Il Santuario sorge nel luogo ove la Madonna, secondo i ricordi e le testimonianze del tempo, apparve nel 1803 a Maria Baj, una giovane contadina del luogo.

In una verde valletta posta nei pressi degli antichi bastioni di Villanova Maria Baj era solita condurre al pascolo il bestiame e stazionando nei pressi di una sorgente di acqua, alternava momenti di fervida preghiera al lavoro manuale. Più volte la giovane venne rallegrata dall’apparizione della Vergine, la quale espresse il desiderio di vedere eretto un Pilone votivo nei pressi della fonte.

Accogliendo le richieste della Madonna, attraverso le parole di Maria Baj, nel 1806, venne eretto il Pilone votivo. Il luogo vide ben presto accorrere uno straordinario numero di persone sia da Villanova sia dai paesi vicini: numerosi infatti erano coloro travagliati da malattie che bevendo o bagnandosi la parte ammalata con l’acqua della fonte, con fede chiedevano la Grazia della guarigione.

Si decise quindi, grazie allo zelo del sacerdote di Villanova don Luigi Crovella, di edificare un Santuario dedicato alla Beata Vergine Madre di “tutte” le Grazie, che potesse accogliere il sempre crescente numero di pellegrini che raggiungevano il luogo.

Su progetto dell’architetto Giuseppe Talucchi di Torino, si gettarono le fondamenta del Santuario nel 1886, e quattro anni dopo, cioè il 14 agosto 1870, veniva inaugurato ed aperto al culto da Mons. Carlo Savio (Vescovo di Asti), accompagnato da una immensa folla accorsa a pregare per richiedere nuove grazie.

L’edificio rivela artisticamente le forme dello stile Neoclassico: una pianta centrale con due corpi laterali sui fianchi.

L’elemento decorativo si intreccia e si completa con l’elemento costruttivo. Le arcate sono a tutto sesto e rendono l’edificio molto grazioso nella sua semplicità.

La bella cupola è sormontata esternamente da una statua dorata della Madonna, che primeggia dall’alto ed è visibile anche a chilometri di distanza. Proprio per questa sua caratteristica di figura che si staglia sull’orizzonte del territorio circostante, proteggendolo a vista, è stata definita a furor di popolo “La Madonnina”.

Sull’altare maggiore del Santuario troviamo intronizzato il quadro tradizionale raffigurante la Vergine con in braccio il Bambin Gesù.

I due altari laterali, sono dedicati rispettivamente a S. Giuseppe e al Sacro Cuore di Gesù. Le due vetrate sul fondo dell’abside riportano a sinistra il ritratto del fondatore, don Luigi Crovella e a destra l’amico di sempre, San Giovanni Bosco.

E’ infatti risaputo che il santo fu assiduo pellegrino in questo luogo di preghiera già dalla tenera età, quando mamma Margherita lo conduceva alla fonte per curarsi dalla crosta lattea (ruffa) che lo infastidiva.

Il piccolo Giovannino guarì, e da allora tornò varie volte in questo luogo anche da adulto. Documentata è la sua presenza presso il Santuario, il giorno 3 agosto 1873, quando in occasione della festa patronale, tenne una omelia di ringraziamento per la guarigione ottenuta nella sua infanzia.

 

Ulteriore elemento che lega questo Santuario a San Giovanni Bosco, è il fatto che le linee generali della facciata del Santuario richiamino quelle della Basilica di Maria Ausiliatrive in Torino.

La facciata è quindi arricchita da due nicchie: in quella di sinistra campeggia la statua in marmo bianco di San Giovanni Bosco mentre in quella di destra spicca la figura di San Luigi Gonzaga, patrono dei giovani, legato a questo territorio sia per i numerosi possedimenti terrieri della sua famiglia nell’astigiano che per le origini della madre del Santo, nobildonna Marta Tena di Santena (Torino).